Ghiani Mameli Pietro

(1842-1923)

Nella giornata del 4 novembre 2023 durante una delle nostre uscite è stata ritrovata dalla nostra socia Fiorenza la tomba di questo personaggio storico, Garibaldino, Deputato del Regno, banchiere, ormai completamente avvolta dalla vegetazione e in parte coperta di terra. Si trova a poche decine di metri sulla sinistra della tomba di Mazzini.

Partecipò al Risorgimento al seguito di Giuseppe Garibaldi sino alla battaglia di Mentana nel 1869.

Rientrato a Cagliari sua città natale, da semplice impiegato, nel 1870 è tra i promotori del “Credito agricolo industriale sardo”, istituto del quale assume la presidenza e ne diventa una sorta di padre-padrone, al punto che la banca è soprannominata “Ghiani-Mameli”. La fama e la solidità della banca è tale che i suoi buoni agrari (emessi in tagli da 10 a 100 lire) sono accettati ovunque al pari del denaro contante, viene considerato come un nuovo Re Mida, capace di trasformare in oro tutto quello che tocca.

Nel periodo del suo mandato parlamentare decide di espandere il suo giro di affari oltre la Sardegna. Attratto dai giacimenti di piombo della Tunisia, compra una miniera esponendosi per una forte somma.

Nel 1887 fu coinvolto nel crac delle banche ed il prefetto di Cagliari ordinò la chiusura della Cassa di Risparmio e del Credito Agricolo Industriale Sardo.

Il Ghiani fu accusato di fallimento e processato a Genova. Condannato a 10 anni di carcere ottenne la grazia quando aveva scontato quasi per Intero la pena.

Certo ebbe delle chiare responsabilità ma è indubbio che fu vittima delle acide invidie e delle calunnie di chi volle mettere fine al suo smisurato potere “politico” e alle sue leggendarie ricchezze.