Tomba di Carrena Ada

(1874-1880)

E’ una fredda mattina di gennaio quando con la nostra attrezzatura attraversiamo i viali di Staglieno per salire verso il sito del nuovo intervento: il viale che dalla tomba di Ada Carrena porta alla tomba della Famiglia Bellimbau.

Passo dopo passo si apre davanti a noi una città parallela di ville con i più raffinati decori e dettagli stilistici che le abbienti famiglie genovesi della fine del 1800 hanno fatto costruire per il loro eterno riposo.

La prima che colpisce la mia attenzione è quella di Ada Carrena, è subito dopo una curva, non ha la comune conformazione di cappella, ma ricorda un tempio dalle linee nette, alto e imponente, all’interno del suo perimetro sono custodite le sepolture di famiglia e al centro, su un piedistallo, la statua di Ada ti tende la mano e prende tutta la scena.

Come recita il suo epitaffio Ada “venne rapita dagli angeli” all’età di cinque anni e otto mesi e i genitori vollero rappresentare la figlia circondata dai fiori che amava, creando un fermo immagine della sua infanzia finita prematuramente per la meningite.

La scelta dello scultore non fu casuale.

Fu chiamato Giovanni Scanzi, maestro di indubbio valore sì, ma per la famiglia Carrena non solo questo, ma soprattutto lo scultore della tomba di Guseppina Grillo, una bambina poco più grande di Ada, venuta a mancare a dieci anni di diferite.

Ada si recava spesso al Cimitero con la madre e si fermava sempre presso la tomba di Giuseppina, ritratta nell’atto di cogliere i fiori, e ne era affascinata, i genitori decisero così di rappresentarla in una scultura che la ritraesse spensierata mentre corre incontro all’amica verso un’eterna infanzia felice.