All’ingresso, su una targa a firma Comitato Culturale QuellicheaTrastacistannobene si legge:
“Storia del Cimitero.
Con il simbolismo di gusto ottocentesco, il cimitero di Murta può essere considerato a tutti gli effetti un cimitero monumentale.
Edificato nel 1835 per ottemperare alle nuove disposizioni del Regno di Sardegna in merito alle sepolture, rimase in attività fino agli anni ’90 quando fu ufficialmente radiato.
La maggior parte delle sepolture, ancora in discreto stato di conservazione, nonostante l’abbandono e il vandalismo, risalgono alla fine del 1800 e ai primi anni ’30 del 1900. Il tema floreale delle decorazioni è evidente nelle incisioni e nei bassorilievi presenti su molte lapidi.
Tra gli elementi che caratterizzano il cimitero troviamo i lumini in stile Liberty, in ferro con vetrino rosso e le sepolture a forma piramidale a gradoni. Molto interessanti le ringhiere e le catene in ferro battuto che cirocndano alcune delle sepolture più ricche. I muri perimetrali, in parte ancora originale, mostrano le tracce delle prime sepolture: croci e cornici che si intravvedono sotto le tombe più recenti.
Due statue, in parte rovinate dal tempo, sono tre gli elementi di maggiore pregio con la croce centrale.
Tra le seplture è presente quella della Maria Masuccone Mazzini, parente di Giuseppe, alla quale è intitolata la via principale di Murta.
L’ossario, situato sul lato opposto all’ingresso, è in stato di degrado, come la cappella mortuaria, ormai perduta.
Il Portale, restaurato recentemente, è di gusto neoclassico: ai lati del frontone due urne che simboleggiano il corpo inteso come contenitore dell’anima.
Il cimitero è stato dichiarato luogo di interesse culturale dalla Soprintendenza per i Beni Storici e Paesaggistici della Liguria Il 9 aprile 2013.
Il nostro progetto di recupero, pertanto, è esclusivamente di tipo conservativo, con lo scopo di tutelare questo piccolo tesoro della Val Polcevera.”