(testo all’ingresso del cimitero)
<< Quest’altra Bonifacio, questo altrove >>
È più di un cimitero:
È una fuga>>
Visiterai il cimitero più antico della Corsica e il più meridionale della Francia continentale. Fu
creato soltanto nel 1823, dopo essere stato “imposto” dalle autorità francesi, che ne avevano preteso lo sviluppo nel… 1778!
In precedenza i defunti, secondo le antiche usanze, venivano sepolti sotto le lastre delle chiese o nelle immediate vicinanze di queste ultime.
In questo spazio, anticamente parte della foresta del “Boscu” (o “Bois du Cavu”), oggi scomparso, era integrato il giardino dei monaci del vicino convento
di Saint – François (1296) di cui si vede ancora il pozzo alimentato dall’acqua proveniente da una fonte misteriosa.
Il cimitero (“u Campu Santu”) si svilupperà molto rapidamente, soprattutto dopo alcune epidemie, come quella del colera asiatico che causò la morte di quasi
duecento bonifaciani nell’agosto e nel settembre del 1854. Dalla creazione del cimitero, tutti defunti venivano sepolti in terra e solo intorno alla metà del XIX
secolo si iniziarono a costruire le numerose tombe che oggi possiamo vedere. Gli edifici più antichi sono, in linea di massima, quelli che sorsero nei pressi del
convento e della sua chiesa (1396). Poi, nel corso degli anni, il cimitero di Saint-François si è esteso verso est, ovest, poi sud e, più recentemente, verso la sua parte settentrionale.
Al centro del cimitero si trova il monumento dedicato ai Bonifaciani morti durante la guerra di Crimea e quella del 1870. Si tratta dell’unico monumento di questo genere
eretto sull’isola a testimonianza di queste due guerre avvenute sotto il regno di Napoleone. .
Il cimitero di Bonifacio può essere considerato il più bello della Corsica. In ogni caso, è tra i più notevoli di Francia. A parte alcune tombe che sono senza dubbio più interessanti di altre, sia per la loro epoca che per la loro architettura, non c’è nulla di ostentato o di grandioso in esso. Questo luogo di archivio a cielo aperto è una sorta di museo d’arte, un luogo della memoria fatto di pietra, legno o marmo.
Qui è semplicità, rispetto, riconoscimento, che si esprimono attraverso queste cappelle, ciascuna sormontata da una piccola croce sulla cui sommità spesso
riposa un gabbiano che, secondo la leggenda, è «l’anima del pescatore scomparso ».
François CANONI