Tomba Tollot

Nel corso degli anni la nostra Associazione ha portato alla luce storie e personaggi estirpando rovi, sfalciando erbacce e tagliando rami secchi, sino a che, ammirando architetture e statue, non ha iniziato a insinuarsi in noi, anche grazie all’esperienza professionale di alcune volontarie, il pensiero di dare nuova vita a quelle sculture di marmo così affascinanti ai nostri occhi seppure ingrigite dalla polvere del tempo.
Purtroppo gli aspetti burocratici sono lunghi e onerosi, abbiamo aspettato l’occasione giusta, e finalmente è arrivata la proposta di assegnazione dal Comune della Tomba Tollot e il benestare della Sovraintendenza ai Beni Culturali del progetto presentato dalle restauratrici che abbiamo incaricato.
La tomba Tollot si trova nel porticato inferiore (settore A n°10) è un’opera dello scultore Giovanni Battista Cevasco (1876) ed è dedicata alle sorelle Iacobita (Giacobita) e Giuseppina Tollot.
Al centro del monumento funebre, su di un piedistallo in granito, è collocata una statua raffigurante l’allegoria della Beneficenza, quale celebrazione della generosità della nobildonna Giuseppina Tollot, che con i Duchi di Galliera fu tra i più noti benefattori della Genova ottocentesca, ai lati sono posti due candelabri.
Il marchese Giovanni Ricci, esecutore testamentario, commissionò allo scultore Cevasco il busto di Giuseppina Tollot, collocato nella lunetta in alto.
“Io sottoscritta Giuseppina Tollot fu Andrea moglie del Marchese Luigi Lomellini fu Ottavio, volendo fare il mio testamento, e disporre di me e delle cose mie, ho in primo luogo raccomandato l’Anima a Dio mio Creatore ed alla Santissima Vergine Maria implorando il perdono delle mie colpe, ed in secondo luogo pensando al mio Corpo desidero che dopo quel funerale suffragi di Messe, elemosine ed altro che sarà giudicato conveniente dagli infrascritti miei Esecutori Testamentari come decoroso conveniente al mio Stato, sia fatto trasportare privatamente al Cimitero di Staglieno in Genova, e collocato a lato di mia buona sorella Giacobita nel deposito da me appositamente comperato per la mia buona Sorella Giacobita.”
La Marchesa Giuseppina Tollot nacque a Genova il 6 luglio 1807 e morì a Milano il 17 novembre 1881. 
La famiglia Tollot, di origine elvetica, risiedeva fin dagli inizi del XVIII secolo a Genova dove Giuseppina sposò il marchese Luigi Lomellini Tabarca e la sorella Giacobita il signor Ravina, purtroppo entrambe non ebbero una vita felice e non lasciarono discendenza.
Nel testamento, datato 1881, sono ricordate in un lungo elenco di beneficiari, molte persone che a vario titolo le avevano prestato servizio e altri che dimostrarono costante attenzione alle fasce più deboli della popolazione.
Da questo si riconosce la stima e soprattutto il profondo rispetto della Marchesa nei confronti dei suoi collaboratori, che non vengono considerati alla stregua di sottoposti, ad ulteriore conferma della sua nobiltà d’animo.

Tra i destinatari dei suoi beni figurano anche i poveri dei paesi di Bergamasco e Oviglio (località oggi in provincia di Alessandria) tramite le rispettive Parrocchie e la Società di Mutuo Soccorso di Alessandria.
Per onorare la memoria del padre Andrea, che fu Amministratore del Comune di Genova, e della figlioletta morta in tenera età, la nobildonna destinò la maggior parte dei suoi averi all’istituzione di un asilo infantile per i bimbi bisognosi e in disposizioni in favore degli asili infantili di Genova ed Alessandria.
Ancora un piccolo cenno biografico, prima di descrivere la grande opera nata dalla volontà della Marchesa Tollot.
La figlioletta morta in tenera età è Ginevrina, nata nel febbraio 1837 e vissuta poco più di quattro mesi come si legge nella sua tomba nella chiesa genovese della Santissima Concezione e Padre Santo, poco distante dalla sepoltura della nonna materna.
Ma non fu la sua unica figlia, ebbe anche Emma, morta a 19 anni nel 1858 ad un anno dalle nozze con Luigi Agostino Casati.
Il parroco di Bergamasco ebbe l’incarico di celebrare messe per i vari familiari di Giuseppina, la prima destinataria dei suffragi fu la figlia Emma.
Tornando alle volontà testamentarie, la parte più importante è senza dubbio quella che riguarda l’istituzione di un Asilo infantile a Genova, nominato erede universale “salvo l’esatto e fedele adempimento di tutti i legati, lasciti, pensioni fatte e dichiarate in questo mio testamento”.
La decisione di istituire l’asilo da parte di Giuseppina Tollot, si può collegare strettamente alla dolorosa mancanza di discendenti da parte sua e di sua sorella, come attesta il seguente passo del testamento: “e venendo a stabilire intorno al mio erede, poiché la Provvidenza volle che da entrambe noi sorelle non si lascino superstiti discendenti, instituisco nella mia città natale di Genova un nuovo asilo infantile”.
Giuseppina Tollot dispone che il nuovo asilo deve chiamarsi  Asilo Infantile Tollot e deve avere speciale e separata amministrazione nominata dal municipio di Genova.
L’opera è ideata, come afferma lei stessa nel testamento, “per ricordare quanta affezione avesse il mio buon padre per la sua città nativa ed inoltre per onorare la Cara memoria di Colui al quale unicamente appartenne tutto quanto io posseggo”.

Poco dopo la scomparsa della Marchesa, la Commissione Amministrativa deliberò, che l’Asilo, completamente gratuito e destinato ai piccoli bisognosi dai tre a sei anni, divisi per età in tre sezioni, avesse un’impostazione moderna per rispondere pienamente alle esigenze di istruzione e di educazione infantile, impartite da personale qualificato secondo il metodo Montessori.
L’Asilo era organizzato con criteri didattici all’avanguardia per l’epoca, perché inteso come istituzione educativa e non come semplice luogo di custodia, era anche presente un medico che visitava giornalmente i bambini per evitare eventuali contagi.
Il regolamento interno vietava ogni tipo di punizione che, se proprio indispensabile, doveva essere molto leggera, come allontanare il bambino dal banco o farlo mangiare separatamente.
A memoria dell’importante donazione fu intitolata a Giuseppina Tollot una sala a Palazzo Tursi, dove si conserva un suo ritratto bronzeo, opera di Giovanni Scanzi.
A lei è dedicata l’omonima via tra via Galata e via Ricci, nel quartiere di Portoria, dove è ancora oggi aperto l’asilo da lei fondato che tramite la Fondazione Asilo Infantile Tollot, nata dalle disposizioni testamentarie, favorisce l’accoglienza di bambini in età prescolare residenti da più di un anno nel Comune di Genova e in situazione di disagio economico “ai fini della loro educazione fisica, morale ed intellettuale”.