Galleria delle Grazie

Quando saliamo in metropolitana e percorriamo le buie gallerie che collegano Principe a Brignole, pensiamo alla meta che dovremo raggiungere, all’appuntamento preso o al lavoro da svolgere in ufficio.

Se invece chiudessimo gli occhi per un istante e ci facessimo trasportare nel passato, quelle stesse gallerie ci racconterebbero una storia diversa.

Infatti, il tracciato della metropolitana segue in parte le gallerie, dette delle Grazie o di Carignano, che tra il 1910 e il 1922 vennero costruite nel sottosuolo di Genova per collegare più agevolmente il porto con le stazioni ferroviarie di Piazza Principe e di Genova Brignole.

Le gallerie iniziavano con un unico tunnel che partiva in corrispondenza della Calata delle Grazie, non lontano dalla collina di Carignano, e nei pressi di Piazza De Ferrari si divideva in due rami a binario unico.

Entrambi i rami confluivano nella galleria Traversata (ora Traversata vecchia), che collega le due stazioni: quello occidentale in direzione della stazione Principe, quello orientale in direzione della stazione Brignole.

Queste gallerie vennero dismesse in seguito all’apertura a monte ed in aggiunta a quello precedente, di un nuovo tunnel a doppio binario (la galleria Traversata nuova) iniziato nel 1939 e durante la seconda guerra mondiale vennero utilizzate come rifugio per la popolazione durante i bombardamenti.

L’ingresso del rifugio delle Grazie si trovava nei pressi di Porta Soprana ed era considerato pericoloso dal momento che per accedervi bisognava scendere una ripida scalinata di 150 gradini, per questo motivo a controllare l’afflusso erano destinati dei soldati che avevano anche il compito di aprire i cancelli del rifugio.

La sera del 23 ottobre 1942 però, all’ ennesimo allarme, i soldati non arrivarono e i cancelli non si aprirono, qualcuno nella ressa cadde trascinando con sé altre persone.

Fu un massacro, non causato dalle bombe questa volta, ma dal panico dei genovesi schiacciati gli uni contro gli altri.

Secondo le stime ufficiali morirono 354 persone in quel disastro e la tragica ironia della sorte volle che quell’allarme fosse poi infondato.

Il giorno dopo i corpi delle vittime vennero allineati nei pressi della Banca d’Italia, dove una cerimonia funebre collettiva gli rivolse l’ ultimo saluto.

Nella nostra recente attività presso la zona del Sacrario Trento e Trieste abbiamo fotografato il monumento commemorativo che onora la memoria delle vittime civili della guerra e ricorda l’episodio.

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